Il Barolo è la punta di diamante dei vini piemontesi e italiani, ma averlo in tavola non basta per apprezzarlo pienamente: ecco dieci curiosità per gustarlo di più.
1 ) Vino parente di tanti, uguale a nessuno
Nasce dai vitigni di Nebbiolo, vitigni particolarmente famosi in Piemonte perché alla base di altri grandi vini quali il Barbaresco, il Gattinara, il Carema e lo Spanna.
2) Il conte di Cavour e la Marchesa di Barolo
Nonostante i vitigni di Nebbiolo siano di casa da migliaia di anni tra le colline delle Langhe, così come lo conosciamo deve molto al conte di Cavour, che nella prima metà dell’Ottocento chiamò in questo angolo di Piemonte l’enologo francese Luis Oudart, presentandolo alla Marchesa di Barolo. Da quanto si dice, pare che il primo vino (cosí come lo beviamo oggi) sia uscito dalle cantine dei Marchesi grazie all’interessamento del conte e, soprattutto, alla volontà della marchesa Giulia.
3) Bisogna aver pazienza
E’ un vino che richiede un invecchiamento minimo di almeno tre anni e si esprime al meglio dopo dieci anni passati in bottiglia. Come ogni divo che si rispetti, anche il Barolo sa creare una grande attesa intorno a sé.
4) E adesso che cucino?
Il Barolo, grazie alla sua struttura importante e ricca, richiede accostamenti con cibi dal sapore deciso. Si sposa perfettamente con carni rosse – arrostite o brasate – e con la selvaggina.
Una vera chicca della cucina piemontese, è il brasato al barolo, un fantastico stufato di carne bovina (meglio se il taglio di carne é di razza piemontese) che viene fatto marinare nel Barolo a temperatura ambiente per mezza giornata e viene poi cotto per diverse ore sempre nel vino. In questo modo la carne si ammorbidisce e assorbe tutti gli aromi del vino, un’esperienza gastronomica che non si dimentica!
Per un semplice spuntino il Barolo si sposa bene con formaggi decisi, come il Castelmagno e il Bra duro.
5) Uomini, non solo uva
La storia e la qualità del Barolo non è soltanto il prodotto delle viti e della terra delle Langhe, ma è anche il risultato delle scelte operate dai produttori locali. Nomi come Bartolo Mascarello, Renato Ratti, Luciano Sandrone, Elio Altare, cantina Rinaldi di Barolo (ma l’elenco potrebbe essere ben più lungo) sono diventati veri e propri brand internazionali per la qualità del vino. Un risultato dovuto anche ad accanite discussioni tra produttori (come per esempio negli anni Ottanta, quando i giovani “Barolo Boys” si scontrarono contro i viticoltori più tradizionalisti per un rilancio del Barolo attraverso innovazioni tecniche ed enologiche).
6) Quale?
Se qualcuno pensasse che il termine Barolo sia già di per sé sinonimo di specificità non potrebbe sbagliarsi di più. La zona del Barolo, infatti, possiede ben 181 Menzioni geografiche approvate nel 2010. Una straordinaria ricchezza di declinazioni dovuta alla grande varietà di terreni e da un microclima particolarmente favorevole alla coltivazione delle uve.
7) Il re del vino, il vino dei re
Folgorato dal Barolo re Carlo Alberto di Savoia decise di comprarsi il castello di Verduno, dove il generale Staglieno, esperto enologo, ne realizzò uno di prim’ordine. Sulle orme del padre anche Vittorio Emanuele II s’interessò alla produzione del Barolo a Fontanafredda, in una tenuta in cui accasò anche la sua amante più nota, Rosa Vercellana, elevata ai ranghi nobiliari con il titolo di contessa di Mirafiori e (appunto) di Fontanafredda.
8) Un vino da prescrivere
Sul finire dell’Ottocento il farmacista Giuseppe Cappellano diede avvio alla produzione del Barolo chinato, tradizionalmente indicato come rimedio per i raffreddori e la cattiva digestione. Al di là delle doti taumaturgiche (vere o presunte) il Chinato è ancora oggi un apprezzatissimo vino da fine pasto, uno dei modi migliori per concludere degnamente un pasto da re.
9) Dove?
Il Barolo è prodotto da ben 11 comuni delle Langhe. Un viaggio per ammirare le cantine e fare degustazioni legate a questo fantastico vino non può prescindere – oltre al paese omonimo – da una visita anche a La Morra, Monforte d’Alba, Serralunga, Castiglio Falletto, Novello e Grinzane Cavour.
10) Un’ottima annata
Per un regalo indimenticabile o anche solo per stupire gli amici a tavola, se proprio non vi accontentate semplicemente di una bottiglia, potete andare alla ricerca delle annate considerate eccellenti. Per il Barolo consigliamo quelle del 1947, 1971, 1982, 1990, 1997, 1999, 2001 e 2004.